Furlo, la Riserva che non c’è.

Si può chiamare Riserva dello Stato un posto dove decine di moto da cross e di quad percorrono settimanalmente sentieri non più larghi di mezzo metro o scorazzano su prati e radure? Si può chiamare “area protetta” un posto dove squadre di cinghialai tranquillamente sconfinano, e bracconieri organizzano battute di caccia notturne? Si può definire Riserva Naturale un posto dove si tengono rave-party? Certamente no! Eppure ciò continua a succedere nella Riserva Naturale Statale della Gola del Furlo.
Domenica 27 gennaio oltre 50 educati e silenziosi escursionisti, accompagnati dalle guide professioniste volontarie dell’Associazione La Lupus in Fabula, hanno potuto osservare cinque moto da cross salire su un sentiero e una decina di quad percorrere i prati del Monte Pietralata.
Le moto, respinte dal sentiero in cui erano presenti gli escursionisti, hanno tranquillamente cambiato strada e si sono arrampicate su un altro versante dello stesso monte. Inutile è stata la ricerca della pattuglia di vigilanza della Riserva. L’unica persona in servizio (un volontario) stava andando a casa, ed erano solo le 11 e 45. Successivamente è stato allertato il Corpo Forestale dello Stato, che aveva una pattuglia in servizio nella zona di Cagli, che è intervenuta, probabilmente, quando ormai i motociclisti si erano allontanati.
Non possiamo credere che la situazione di illegalità e di impunità che persiste nella Riserva del Furlo sia solo frutto di cattiva gestione o di insufficienza di fondi o di risorse.
Dopo le continue e ripetute segnalazioni delle Associazioni Ambientaliste agli Uffici che hanno in carico la gestione della Riserva ed al Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, ci sembra ormai evidente che lo stato delle cose, che rende di fatto inesistente, è persino controproducente ai fini della conservazione, l’istituzione della Riserva,.sia frutto della volontà di qualcuno.
Alla luce dei fatti sopra descritti risulta grottesca e quasi offensiva la richiesta di notizie sull’escursione programmata dalla Lupus, da parte dell’Ufficio Segreteria della Riserva, motivata dall’esigenza di “tutelare la sicurezza di tutto il gruppo” e “intervenire per portare rapidamente assistenza” (più sotto la risposta alla nostra mail).
Ovviamente nulla accadrà dopo questa lettera. La vigilanza della Riserva sarà sempre affidata al massimo a due persone per mezza giornata, le guardie provinciali saranno sempre impegnate in altre attività inerenti il loro ruolo, il C.F.S. interverrà, con le poche forze che ha a disposizione, se si trova in zona. E la Riserva continuerà ad essere “terra di nessuno”.
Distinti saluti.

Fano, 01/02/2008

Il Presidente


Risposta della Riserva alla nostra mail
Gentile Lupus in Fabula, mi preme chiarire che la nostra richiesta rispondeva ad una prassi che il personale della riserva tiene a mantenere per due semplici motivi: il primo è per tutelare la sicurezza di tutto il gruppo perchè sapere che in tal giorno nella riserva ci sono degli escursionisti (e magari sapere anche quale percorso effettueranno) permette ai sorveglianti, o comunque a chi è addetto al controllo del territorio, di essere pronto ad intervenire per portare rapidamente assistenza, per qualunque situazione dovesse verificarsi (non a caso lasciamo anche i nostri numeri telefonici); il secondo è legato alla nostra volontà di prevenire disagi o situazioni di disturbo all'ambiente in caso di assembramenti eccessivi di escursionisti.
Ciò non significa che impediremmo l'accesso a determinate aree ma potremmo magari suggerire itinerari differenziati per garantire la fruibilità più "sostenibile" possibile del territorio.
Tutto qui.
Ci dispiace essere stati fraintesi.
riservafurlo@provincia.ps.it

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